Ketchup di biancospino selvatico
Il biancospino (Crategus monogyna J.) è la pianta del cuore per eccellenza. Appartiene alla famiglia delle rosacee, è pianta molto longeva ed ha fiori bianchi che sbocciano in maggio. Le sue bacche sono di colore verde e diventano rosso sangue con la fine dell’estate. Il profumo tipico del biancospino è dovuto, nei vini, all’aldeide anisica. Viene raccolto soprattutto sulle montagne di Alvito. Per il suo gusto ed il suo profumo può essere consumata tale e quale oppure abbinata ad un carpaccio di pesce spada, alle alici marinate, all’abbacchio, all’insalata russa ed ai formaggi teneri e semi-stagionati.
Ingredienti: Biancospino (bacche), zucchero, gelatina di mele, succo limone, agar agar, aromi naturali. Frutta utilizzata 70 g per 100 g di prodotto. Prodotto artigianale senza conservanti, coloranti e additivi.
Si conserva fino a 2 anni dalla data di produzione (se sigillato), una volta aperto conservare in frigo.
Home Made
Innanzitutto, siamo persone. Sembra superfluo dirlo, ma è questa la più grande differenza tra noi e chi produce cibo per la grande distribuzione. Infatti, al contrario dei grandi marchi, puoi incontrarci, parlare con noi e comprare una cosa dalla stessa persona che l’ha materialmente prodotta. Più nel particolare siamo una famiglia che queste cose le ha sempre fatte, alcune da generazioni. Abbiamo sempre autoprodotto una parte del cibo che mangiamo, in particolare l’olio d’oliva, la conserva di pomodoro, le confetture di frutta e le farine. Quando ci siamo resi conto del crescente bisogno di cibo vero e naturale, abbiamo capito che avremmo semplicemente potuto fare le cose che facciamo da sempre solo in quantità un po’ più grandi.È per questo che potete stare sicuri dell’affidabilità e della bontà dei nostri prodotti: perché prima di tutto li facciamo per noi stessi. Il cibo finto della grande distribuzione non solo è dannoso per chi lo consuma e per l’ambiente, ma sfrutta anche il lavoro di molti; perciò noi crediamo in un mondo in cui le persone possano scegliere di non mangiarlo, e per fare ciò c’è bisogno di un’alternativa che fondi la sua base sul territorio: noi usiamo solo frutta, verdura e cereali che è coltivata o cresce spontaneamente vicinissimo a casa nostra.